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Brevi pratiche quotidiane per affrontare la paura - Giorno 18: "Fare spazio"

Fare Spazio

“La non-azione non è passività, è occuparsi anziché preoccuparsi, è credere che fare silenzio e inviare benedizioni a tutti senza distinzioni sia una profonda azione politica. E levare, levare, levare. Troppe parole sono al mondo, troppi pochi sguardi e sorrisi, poca accoglienza, troppa insistenza sull’insieme, anziché un po’ di spazio per quella radicale solitudine che permette di ascoltare le urla del mondo e custodirle. L’azione nasce dopo, dalla giustezza della percezione’’. Chandra Lidia Candiani

In questo periodo la nostra mente è affollata, tutto sembra enorme, impossibile da sopportare e il nostro spazio interiore è stretto, quasi claustrofobico.

E’ utile allora provare a “fare spazio”, a cercare di creare delle piccole pause, tra un pensiero e l’altro, tra stimolo e reazione, tra un’azione e l’altra. Questa grande pausa in cui siamo tutti costretti può diventare una preziosa occasione, un campo fertile nel quale finalmente poter coltivare quello che è veramente importante per noi e che pian piano darà nuovi frutti.

Abbiamo già visto come il respiro possa essere utile per creare piccoli spazi dentro e fuori di noi. Possiamo inoltre esercitarci nelle pause, passando dalla modalità “fare” alla modalità “essere”, fermandoci quel tanto che basta per allagare i nostri orizzonti, per accogliere il mondo (interiore ed esterno) in uno spazio più vasto in cui possa acquisire un significato più ampio. Quello spazio è lo spazio luminoso della nostra mente.

Se vuoi qui trovi la pratica guidata.

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Brevi pratiche quotidiane: "Fare spazio"