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Brevi pratiche quotidiane per affrontare la paura - Giorno 19: "Self-compassion"

Self-compassion

Quando una persona a noi cara è in difficoltà ci viene spontaneo aiutarla, abbracciarla, accoglierla. Normalmente, invece, ci viene più difficile comportarci nello stesso modo nei confronti di noi stessi. Le ricerche dimostrano, infatti, che il 70% delle persone è più propensa ad avere un atteggiamento compassionevole e amorevole verso gli altri che non verso se stesse.

Self-Compassion (o heartfulness) significa prendersi cura di se stessi nello stesso modo in cui ci prenderemmo cura del nostro miglior amico in un momento di difficoltà. Non significa auto indulgenza, non è un atteggiamento debole.

Self-compassion significa “sono qui per me” (mi abbraccio) e mi chiedo cosa posso fare per me (mi aiuto). C’è una dimensione “femminile” di accudimento ed una “maschile” di azione.

Self-compassion significa che mi vedo e mi accolgo per quello che sono, momento per momento, riconoscendo ed accogliendo in uno spazio più vasto, lo spazio del cuore, tutto quello che avviene in me, (le emozioni, i pensieri, il dolore) e me ne prendo cura.

Quando in questi giorni proviamo paura (o qualsiasi altra emozione disturbante) possiamo fare questo self-compassion break:

1. Riconosco l’emozione, le do un nome, sentendola nel corpo.

2. Non creo resistenza ma l’accolgo. Riconosco che è “umano” provare quell’emozione, che non sono l’unico al mondo ma che altri come me la provano o la stanno provando.

3. Mi nutro di cura e di attenzione. Faccio un gesto di auto-accudimento, mi connetto con lo spazio del mio cuore e mi rivolgo mentalmente parole di conforto, le stesse che direi ad un caro amico nella mia stessa situazione.

4. Resto per un po' nella pace e nella atmosfera calda del mio cuore.

Oppure possiamo fare questa pratica guidata

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Brevi pratiche quotidiane per affrontare la paura: Self-compassion