Calma, nutri, abbraccia
Le neuroscienze ci insegnano che quando siamo sotto stress, quando ci sentiamo minacciati, in pericolo o siamo in balìa della paura, si attivano tutti e 3 i nostri cervelli:
quello rettile, il più antico dal punto di vista evoluzionistico, l’amigdala, direttamente collegato alla paura, che stimola una reazione “attacco, fuga, congelamento” ed è collegato al bisogno di sentirsi al sicuro;
quello mediano, che condividiamo con i mammiferi, focalizzato su “quello che manca” (molto importante dal punto di vista evoluzionistico perchè è quello che spinge appunto verso l’evoluzione della specie) e che quindi ci spinge a ricercare nelle gratificazioni la risposta al “senso di vuoto”, al bisogno di “sentirsi nutriti e sazi”;
quello tipico dei primati (quindi dell’uomo e delle scimmie), la sub-corteccia frontale, che ci spinge a cercare “connessioni” , ad essere accettati dal gruppo (evoluzionisticamente il gruppo fornisce sicurezza ed aiuto senza i quali da soli non sopravviveremo) , a prenderci cura dei più indifesi e fragili ed è connesso al bisogno di “amare, essere amati e di far parte del gruppo”.
In questo momento così difficile per tutti è facile vedere direttamente come queste nostre parti siano fortemente attivate e come la situazione di stop e di privazione e di solitudine (reale o percepita) influenzi e amplifichi ancora di più questi meccanismi naturali del nostro cervello.
Vi suggerisco questa breve pratica che in maniera molto rapida ed efficace agisce positivamente su tutti e tre questi livelli e tipologia di bisogni:
Ci mettiamo in una posizione comoda, gli occhi chiusi o socchiusi, la schiena dritta ma non rigida
1 - Calmare
Facciamo alcuni respiri profondi, lasciando andare con l’espirazione le tensioni fisiche ed emotive,
Portiamo poi l’attenzione ai punti di contatto dei piedi con il pavimento e delle mani con la superficie sulla quale sono appoggiate.
Percepiamo le sensazioni fisiche di contatto, percepiamo il sostegno, percepiamo la Terra sotto i piedi e ascoltiamo il nostro corpo rilassarsi respiro dopo respiro.
2- Nutrire
Portiamo ora alla mente una situazione della nostra vita in cui ci siamo sentiti “pieni, soddisfatti, realizzati”: la nascita di un figlio, un successo lavorativo o scolastico, un sogno che si è realizzato, oppure visualizziamo un luogo o un’attività che ci fa sentire “a posto, al nostro centro, soddisfatti, dove non c’è bisogno di altro”.
Immergiamoci in quella sensazione di soddisfazione, pienezza, ricchezza. Facciamola sedimentare in tutto il nostro corpo.
3 - Abbracciare
Infine, immaginiamo davanti a noi una persona o un essere che ci susciti senso di cura, tenerezza, protezione: un bimbo, un cucciolo…
Percepiamo bene nel corpo la sensazione di cura e tenerezza.
Poi rivolgiamo verso di noi quella intenzione di cura, benevolenza, tenerezza. Possiamo accompagnarla con un gesto di auto-accudimento: una mano sul cuore, o sulla guancia, un auto-abbraccio.
Lasciamo sedimentare questa sensazione in tutto il nostro corpo
Se vuoi qui trovi la pratica guidata