Ci sono alcuni oggetti, che fanno parte della nostra vita quotidiana, che possono diventare un’ottima palestra in cui allenarci a diventare sempre più presenti a noi stessi, non lasciarci guidare da vecchi schemi, scegliere di volta in volta cos’è più giusto, funzionale o salutare per noi, lasciare andare quello che è stato prima o non farsi attrarre da quello che deve ancora venire: le porte.
Ogni porta, o soglia, indica infatti un punto di passaggio, di entrata, di uscita, un limite oltre il quale tutto cambia e si modifica, non solo nel mondo esterno ma anche dentro di noi senza che ce ne rendiamo conto.
Accade così che attraversando una porta può capitarci di passare dal coraggio alla paura, dalla vergogna alla spavalderia, dall’allegria alla tristezza. A volte dopo aver attraversato una porta può capitare di portiamo ancora con noi situazioni, emozioni, pensieri di ambienti o situazioni precedenti che finiscono per influenzare e guidare le nostre azioni, le nostre parole, le nostre scelte, i nostri gesti.
Ecco che allora le porte diventano luoghi preziosi per lasciare andare, centrarci ed affrontare la nuova situazione in maniera più rilassata, aperta e saggia.
Allora vi propongo proprio questo gesto: attraversare una porta. Un detto latino dice che la porta è la parte più lunga di un viaggio e praticando questa attenzione alle porte, ai punti di passaggio ci accorgeremo che sono densi e ricchi di un’infinità di sensazioni, emozioni, pensieri, personaggi, etc.
La porta da cui partire con la nostra pratica sarà una porta fisica, che può essere sempre la stessa o cambiare di volta in volta.
Man mano ci renderemo conto che ad ogni porta o soglia fisica corrisponde una porta o soglia interiore. Potremo notare infatti dei cambiamenti anche nelle nostre emozioni, nei nostri pensieri, magari ci renderemo conto che entrano in campo alcune parti di noi o che altre lasciano la scena.
Oppure ci potremo accorgere che stiamo portando dentro di noi emozioni o pensieri che riguardano una situazione precedente e impareremo a lasciarceli alle spalle ed accogliere la nuova situazione senza condizionamenti. Oppure potremo notare che siamo pieni di aspettative, pregiudizi, progetti per quello che ci attende dopo e sfrutteremo la soglia per ricentrarci e fare spazio.
Magari perfezionando la nostra osservazione impareremo a riconoscere trigger e segnali che ci indicano che stiamo oltrepassando una soglia che già sappiamo ci porta in situazioni che ci fanno soffrire e stare male.
Possiamo iniziare ad allenarci con una porta ben precisa, tipo quella di casa nostra, o del luogo di lavoro, e attraversarla ogni volta lentamente portando attenzione a quello che accade nel nostro copro e nella nostra mente. E magari osservare la differenza tra quando si entra e quando si esce.
Poi potremo allagare l’esplorazione ad altre soglie, altri passaggi come ad esempio quando entriamo su un mezzo pubblico, o in un negozio, o in un ambulatorio medico, o in una riunione, o in un pub per un aperitivo.
Divertiamoci ad osservare le varie parti di noi che entrano ed escono di scena a seconda dei luoghi, magari diamogli un soprannome, familiarizziamo con esse.