Talvolta può succedere di sentirsi trasportare via dai pensieri o dalle emozioni, di sentirsi travolti dalle tempeste della vita.
Ci può accadere di provare fastidio o avversione verso qualche evento o verso qualcuno desiderando che finisca e se ne vada al più presto o di provare piacere o attaccamento verso persone o eventi tanto da desiderare che durino o stiano con noi per sempre e di soffrire quando questo non accade.
È quella che nel buddismo si chiama Dukka, sofferenza, la perenne insoddisfazione che ci agita e ci conduce attraverso la nostra vita cercando felicità eterna in eventi, cose o persone per loro natura mutevoli e insoddisfacenti.
E quindi come si può fare per trovare una stabilità in mezzo al vorticare di emozioni, eventi difficili, situazioni dolorose, pensieri catastrofici etc.?
C’è una poesia di Franco Arminio che recita:
“Non credere troppo all'inimicizia degli altri,
quasi sempre è distrazione o stanchezza,
non credere neppure che il dolore
ti si assegnato per sempre.
Non pensare a quello che non ti danno,
pensa al bene da portare agli altri.
Non aggrovigliarti.
Butta via ogni giudizio,
fatti ramo.”
Ecco, quindi, che possiamo immaginare di diventare un albero.
L’albero infatti ha profonde radici che lo ancorano e lo nutrono, un tronco forte che lo sostiene. Ma sa anche essere morbido e adattarsi al mutare delle ore e delle stagioni o delle situazioni atmosferiche: vento, pioggia, neve…
Accoglie tra i suoi rami ogni genere di uccello, insetto, animale, senza fare preferenze. Da ombra, rifugio e refrigerio ai viandanti, chiunque essi siano. Non respinge nessuno e non trattiene nessuno. Se è un albero da frutto, quando questi maturano, non li trattiene ma li dona a tutti indifferentemente. L’albero ha quella qualità della mente cuore che si chiama equanimità, che ci fa accogliere tutto in maniera imparziale, una qualità fondamentale che da stabilità alla pratica e sostiene il praticante.
Quando le emozioni diventano troppo forti, quando sentiamo l’ansia o la paura portarci via, o i nostri pensieri allontanarci dalla realtà: proviamo a farci albero, immaginiamo lunghe radici profonde che ci tengono ben saldi, sentiamoci nutriti e connessi con la terra.
Oppure nelle situazioni in cui ci sentiamo infastiditi, o proviamo avversione o anche rabbia sentiamoci saldi nel nostro tronco e nelle nostre radici e immaginiamo di accogliere tutto nella morbidezza dei nostri rami senza respingere nulla, ben sapendo che nulla dura per sempre. Possiamo anche immaginare gli eventi che stiamo vivendo come pioggia, neve, vento o le persone come insetti, animali, viandanti …
Nello stesso modo quando ci sentiamo aggrappati a qualcosa di piacevole che magari ha fatto il suo tempo lasciamolo andare, come fa l’albero in autunno con le rondini o gli uccelli migratori o con le foglie per fare spazio a nuovi uccelli e nuovi germogli che verranno con la primavera.
Qualunque cosa accada quindi alleniamoci a rimanere saldi, morbidi ed equanimi come un albero!